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    Autore Messaggio
    Valentina
     Oggetto del messaggio: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ott 08, 2009 5:09 pm 
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    Stupore tra gli inquirenti. Il sacerdote: per me sono brave persone


    Cattolica Eraclea. «Le nostre chiese hanno bisogno di tante attenzioni e noi l'attenzione gliela daremo in tutti i modi. Le imprese di Favara non mancheranno, la ditta Athena e i Pitruzzella, ne sono convinto, ci daranno una mano». Parola di don Nino Giarraputo, neo arciprete di Cattolica Eraclea, nel giorno del proprio insediamento nella sua nuova realtà parrocchiale.
    Le imprese di Favara citate dal sacerdote sono però di proprietà di personaggi noti alle forze dell'ordine per essere stati arrestati negli anni Ottanta e Novanta con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso.
    La Athena Costruzioni citata da don Giarraputo è infatti gestita dai fratelli Valenti: uno di questi venne arrestato nel 1999 perché ritenuto vicino alla mafia di Favara.
    Santo Pitruzzella, titolare dell'omonima ditta, invece, venne arrestato nel 1988 e detenuto sempre in regime di 416 bis assieme ad altre 13 persone di Favara, paese dove in quegli anni impazzava una sanguinosa guerra di mafia.
    Il padre di Santo, Gioacchino Pitruzzella, è noto alle cronache del tempo come «uomo d'onore», almeno secondo le dichiarazioni del pentito Antinino Calderone. Non uno qualunque, dunque.
    Ma perché don Nino Giarraputo ha tirato in ballo queste due ditte «note» in cotanta occasione festosa, alla presenza dell'ignaro arcivescovo Francesco Montenegro?
    Appena insediatosi nella comunità di Cattolica Eraclea, don Nino ha sottolineato che le ditte Athena e Pitruzzella sono state quelle che hanno costruito e urbanizzato la sua ormai ex parrocchia di Favara, quella dei Santissimi apostoli Pietro e Paolo.
    Evidentemente, un lavoro ben fatto, utile alla comunità, tanto da portarlo ad auspicare, dinanzi a centinaia di persone, che anche per le parrocchie di Cattolica le ditte da lui stesso conosciute possano essere coinvolte nei lavori di miglioramento delle strutture.
    Ma, evidentemente, la citazione di famiglie dal passato giudiziario burrascoso non è rimasta circoscritta alla parrocchia che svolge da qualche tempo la funzione di Matrice (nella vera chiesa madre, infatti, durante un temporale cinque anni crollò la cupola, rendendo quindi la chiesa inagibile). Quanto accaduto è stato accuratamente raccolto dalle forze dell'ordine provinciali che, senza perdere tempo, hanno inviato in Procura un'informativa. L'autorità giudiziaria di Agrigento è in sostanza informata sulle affermazioni di don Giarraputo.
    Un parroco di prima linea, come lo ricordano i favaresi. Giunto in paese nel 1993, in piena guerra di mafia, l'allora giovane sacerdote si mise alla guida della propria comunità, sfidando di fatto un ambiente ostile. Talmente ostile che, dopo poco mesi, cominciarono a giungere intimidazioni di vario genere, vere e presunte, che fecero alzare il livello di attenzione verso il sacerdote originario di Menfi. L'allora prefetto di Agrigento, Natale D'Agostino, visto quanto stava accadendo a Favara, decise di conferire una scorta al parroco per circa 3 anni.
    Giarraputo denunciava il traffico di droga che scorreva a fiumi tra i giovani del quartiere, ne parlava liberamente nelle proprie omelie. Divenne col tempo un punto di riferimento della gente perbene di Favara.
    Dopo 16 anni, l'arcivescovo Montenegro lo ha trasferito a Cattolica Eraclea. Nella sua prima messa, quella d'insediamento, don Giarraputo ha avuto parole di affetto per la gente di Favara e per quella che, con il nuovo incarico, si appresta a conoscere.
    Il riferimento alle due famiglie coinvolte in passato in questioni di mafia ai parrocchiani non ha suscitato particolari choc: erano cognomi sconosciuti. Diverso il discorso per gli inquirenti.
    Intanto, dal prefetto Postiglione, dal questore Di Fazio e dal colonnello dei carabinieri Di Iulio sono giunti commenti improntati alla meraviglia. Dal mondo della Chiesa agrigentina, fino a ora, alcun commento su quanto accaduto.
    Dal canto suo, don Nino Ciarraputo respinge telefonicamente al mittente ogni possibile ipotesi di sospetto: «Li ho soltanto ringraziati per quanto fatto a Favara, per me sono tutte brave persone. A chi le ha detto di chiamarmi, dica che prima s'informi e di venirmi a parlare di persona se ha qualcosa da comunicarmi». E poi giù la cornetta del telefono.


    La Sicilia


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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ott 08, 2009 5:35 pm 
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    Iscritto il: sab gen 27, 2007 4:15 pm
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    Contro le ecomafie protocollo d'intesa fra Ambiente e procura Antimafia

    Sottoscritto a Palazzo Chigi un protocollo d'intesa per la lotta alle ecomafie. Ad apporre la firma il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso. Il "business" dei rifiuti minaccia sempre più l'ambiente e sta diventando una delle attività più lucrose per le mafie .

    Il protocollo d'intesa, che ha la durata di 3 anni ed è rinnovabile, vuole "ottimizzare" le azioni di lotta allo smaltimento illecito di rifiuti creando un costante "collegamento informativo" tra le istituzioni, un migliore coordinamento nell'attività di indagine e uno scambio di informazioni, con particolare riferimento alle ipotesi di reato. Il ministro Prestigiacomo ha definito l'accordo «un primo passo importante per operare quel salto di qualità necessario nella lotta al fenomeno». Il procuratore Grasso ha sottolineato come il suo. ufficio abbia bisogno di informazioni per contrastare i reati ambientali. «Noi crediamo - ha detto Grasso - che ci possano essere sempre interessi criminali dietro l'attacco all'ambiente. Le indagini sui reati ambientali sono svolte dalle Procure ordinarie, senza il coinvolgimento delle D.D.A. perché inizialmente i reati contestati sono di semplice associazione a delinquere. Per far luce sui collegamenti tra mafia e attività illecite nello smaltimento dei rifiuti é necessario il coinvolgimento del D.D.A. sin dall'inizio dell'indagine e il protocollo punta a questo». Stando a quanto riporta l'ultimo rapporto sulle ecomafie di Legambiente, nel 2008 ci sono stati accertati 25.776 reati per un business di 20,5 milioni di euro.

    Il ministero, spiegano gli addetti ai lavori, trasmetterà alla Direzione nazionale antimafia ogni 3 mesi, a meno non vi siano casi urgenti, le notizie relative alle informative di reato ambientale, con particolare attenzione al traffico illecito di rifiuti e all'attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Prevista anche la comunicazione semestrale di ogni informazione acquisita. La Direzione nazionale antimafia, nel rispetto della normativa sul segreto investigativo e delle proprie competenze, comunicherà annualmente al ministero gli esiti della propria attività di coordinamento in tema di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore della gestione dei rifiuti.

    Verrà anche istituito un gruppo operativo, costituito da 12 persone, 3 designate dalla Dna, 3 dal ministero dell'Ambiente, una dall'Ispra, una dal comando dei Carabinieri per la tutela ambientale, e una ciascuno per Polizia, Guardia di finanza e Guardia costiera. C'è anche l'impegno a sostenere e promuovere iniziative di carattere formativo, educativo e culturale in ambiti scolastici, lavorativi, imprenditoriali, istituzionali per promuovere e diffondere il valore del rispetto dell'ambiente soprattutto attraverso il rispetto della legalità. (N.Co.)

    ilsole24ore



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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ott 08, 2009 9:16 pm 
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    Iscritto il: sab gen 27, 2007 4:15 pm
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    http://www.repubblica.it/2009/07/sezion ... rtice.html

    Irruzione al summit dei mafiosi
    preso superlatitante a Catania

    CATANIA - Attorno al tavolo in quella villetta nelle campagne di Belpasso c'era il gotha di Cosa nostra a Catania, i vertici della "famiglia" Santapaola. Un vero e proprio summit che è stato interrotto da carabinieri del reparto operativo del comando provinciale etneo che con un blitz. Sono stati arrestati personaggi di spessore della cosca come il superlatitante Santo La Causa, ritenuto il capo dei capi nella provincia etnea, il cui nome era inserito nella lista dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia, già condannato all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa.

    Assieme a lui c'era il latitante Carmelo Puglisi, nella lista dei 100 latitanti di maggiore spessore del Paese, accusato di avere avuto un ruolo negli attentati nei cantieri di Andrea Vecchio, l'imprenditore che si è opposto pubblicamente al racket delle estorsioni. Ma in quella casa ci sono altri anche altri pezzi da "novanta" della mafia di Catania come Enzo Aiello, storico uomo di fiducia del boss Benedetto Santapaola, e Venerando Cristaldi, fratello di Salvatore, e considerato uno dei capi del rione Picanello.

    Tra i fermati ci sono anche Sebastiano Laudani, ritenuto ai vertici del clan noto come "Mussu di ficurinia" e Saro Tripodo. Durante l'operazione i carabinieri di Catania, che si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi del Ros, hanno anche fermato due incensurati accusati di essere i fiancheggiatori dei presunti boss. Durante le fasi concitate della cattura militari dell'Arma avrebbero esploso dei colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio.

    Insomma, si trattava di una riunione di "altissimo livello criminale", durante la quale si stavano forse mettendo a punto le strategie di intervento contro le cosche rivale che si stanno espandendo toccando territori di Cosa nostra.

    "Da tempo abbiamo registrato delle fibrillazioni all'interno della cosca Santapaola - spiega il procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata - per la crescita eccessiva della cosca rivale dei Cappello in città. Un summit di questa portata significa che si stavano studiando strategie di risposta di altissimo livello".

    (8 ottobre 2009)


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: ven ott 09, 2009 5:24 pm 
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    MAFIA: LO BELLO, IMPRENDITORI A CATANIA ROMPANO CON COLLUSIONI
    (AGI) - Palermo, 9 ott. - "L'arresto di Santo La Causa, reggente della famiglia Ercolano-Santapaola, e la decapitazione di questa cosca catanese ad opera dei carabinieri, offrono un'occasione irripetibile a tutti gli imprenditori etnei per avviare una piu' forte collaborazione con lo Stato, le cui istituzioni hanno mostrato costante presenza, impegno e attenzione nella lotta alla mafia e nella tutela delle imprese che scelgono la legalita'". Lo ha detto Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, che ha aggiunto: "Questi risultati devono spingere tutti gli imprenditori della citta' a denunciare le tante collusioni fra mafia e imprenditoria presenti nella realta' catanese". In questo senso, ha concluso il presidente di Confindustria Sicilia, "anche i colleghi dell'Ance Catania devono compiere un ulteriore passo in avanti denunciando tutte le forme di regolazione mafiosa nei vari mercati del settore, che danneggiano le tante aziende edili sane che sono rappresentate dalla stessa Ance".


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ott 15, 2009 9:25 pm 
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    LEGALITA': NASCE LA SQUADRA DI BASKET "ADDIOPIZZO"

    PALERMO (ITALPRESS) - Nasce a Palermo la squadra di basket di serie C2 maschile "Addiopizzo". La societa' sportiva L'Aquila, proprietaria della squadra allenata da Ettore Castorina, e' un'attivita' della lista Pizzo free palermitana: sulle nuove divise andra' il logo della campagna di consumo critico contro le estorsioni, anche grazie alle sponsorizzazioni di alcune imprese siciliane in lista. "Vogliamo anche il parquet di pallacanestro come luogo di incontro dell'imprenditoria onesta e libera - afferma l'associazione Addiopizzo -: da oggi gli atleti e la tifoseria portano in campo il nostro messaggio". L'iniziativa sara' presentata domani alle 11 nella sede di Addiopizzo e Libero Futuro, in via Alcide De Gasperi 53. (ITALPRESS)


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: lun ott 19, 2009 4:49 pm 
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    (ANSA) - TORINO, 19 OTT - Maxisequestro di appartamenti e ville, a Torino, del valore di circa 3 milioni. Lo ha eseguito la Direzione Investigativa Antimafia (Dia). L'operazione e' il risultato di una complessa e articolata indagine tecnico-patrimoniale riguardante le infiltrazioni mafiose sul territorio. Il patrimonio sequestrato e' costituito da due ville, tre appartamenti, sette auto Sequestrati anche depositi bancari e parte delle quote societarie di una societa' a cui fa capo una nota discoteca.


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: lun ott 19, 2009 4:51 pm 
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    PALERMO: COLLA NEI LUCCHETTI DI UN'AZIENDA, NUOVO COLPO DEL RACKET

    PALERMO (ITALPRESS) - Non si arresta l'offensiva del racket a Palermo. Ancora attak nei lucchetti di attivita' commerciali e imprese. La polizia indaga su un nuovo episodio di danneggiamento. Questa volta e' stata presa di mira una ditta di spedizioni Import Export in via Francesco Crispi. I malviventi, secondo quanto accertato dagli agenti, la notta scorsa, hanno ostruito con la colla la serratura della porta d'ingresso dell'azienda. (ITALPRESS)


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    MessaggioInviato: mer ott 21, 2009 5:27 pm 
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    MAFIA: IN UN TERRENO CONFISCATO NASCE LA CANTINA CENTOPASSI

    (AGI) - Palermo, 21 ott. - Il Consorzio Sviluppo e legalita' e l'Associazione Libera tagliano il nastro della Cantina Centopassi. L'appuntamento e' per 27 ottobre, alle 11, in contrada Don Tomaso, a San Cipirello. Un vero e proprio stabilimento enologico realizzato dal Consorzio in un bene confiscato a Giovanni Genovese. I lavori sono stati finanziati dal ministero dell'Interno, fondi Pon Sicurezza 2000-2006. La cantina ricade in un'area di diciassette mila metri quadri ed e' circondata da sei ettari di terreno anch'essi strappati alla mafia. E' destinata alla trasformazione di uve di alta qualita', bianche (Chardonnay, Catarratto, Grillo) e rosse (Nero d'Avola, Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, Perricone) prodotte nei vigneti del Consorzio. Ha una capacita' di 2100 ettolitri per una produzione finale di circa 350 mila bottiglie l'anno. La struttura e' composta da un padiglione che ospita il ciclo di produzione con i relativi macchinari e da un'area per l'accoglienza al pubblico, gli uffici amministrativi, i locali per il personale, e un laboratorio di analisi. La cantina Centopassi sara' gestita dalla cooperativa Placido Rizzotto Libera Terra che, grazie ad un cofinanziamento dell'assessorato regionale dell'Agricoltura ne ha implementato gli impianti di produzione. La prossima primavera vi saranno imbottigliate le selezioni monovarietali Centopassi e i blend della linea Placido Rizzotto. L'obiettivo e' portare al pieno delle possibilita' l'ambizione delle cooperative che animano Centopassi, producendo vini di alta qualita', che interpretino lo straordinario territorio del Corleonese.


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    MessaggioInviato: gio ott 22, 2009 8:44 am 
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    MAFIA: POLIZIA EVITA FAIDA TRA CLAN A CATANIA, DECINE DI FERMI


    (ASCA) - Palermo, 22 ott - La Polizia di Stato sta eseguendo decine di fermi di presunti appartenenti ai clan mafiosi di Catania, evitando cosi' che iniziasse una nuova faida nella citta' etnea per il controllo del territorio. Secondo gli inquirenti, l'operazione e' scattata perche' era gia' in fase attuativa un piano per commettere un duplice omicidio. Lo scontro sarebbe tra il gruppo dei 'Cursoti' del boss detenuto Salvatore Cappello e gli uomini dell'altro clan storico catanese dei Santapaola, Ercolano e Laudani.

    In tutto, tra arresti e fermati, sarebbero circa 70 le persone coinvolte nell'operazione condotta dalla Dda.


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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: ven ott 23, 2009 9:30 am 
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    MAFIA: SEQUESTRATI BENI PER 2 MLN A BOSS PALERMITANO

    (AGI) - Palermo, 23 ott. - Beni per 2 milioni di euro circa riconducibili a Gaspare Di Maggio, 49 anni, 'reggente' della famiglia mafiosa di Cinisi (Palermo) sono stati sequestrati dai carabinieri di Carini che hanno eseguito un decreto di emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.
    Di Maggio, detenuto dal novembre 2007 per associazione mafiosa finalizzata a omicidi, narcotraffico, estorsioni, controllo di appalti e forniture per opere pubbliche, e per aver favorito la latitanza dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. E' il figlio di Procopio Di Maggio, ultranovantenne storico capomafia di Cinisi, indicato da collaboratori di giustizia come componente della commissione provinciale di Cosa nostra. Un suo fratello, Giuseppe, scomparve nel 2000 e dopo pochi giorni il cadavere, con un colpo di pistola alla nuca, fu rinvenuto in mare a circa due miglia dalla costa di Cefalu', con i piedi zavorrati.
    Il sequestro colpisce un immobile nel centro di Cinisi, un terreno a Cinisi in contrada Carruba di Gabbia, un'area dove ha sede di un distributore di carburanti, un'impresa individuale di noleggio di autovetture da rimessa con conducente, conti correnti, libretti postali e buoni fruttiferi.




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