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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ago 11, 2011 11:52 am 
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    http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -20301604/


    Interrotto summit di mafia
    la polizia arresta sei persone
    Il blitz in un piccolo appartamento nel centro storico della città. In manette pregiudicati del clan Bonaccorsi "Carateddi". Tra di loro il reggente del gruppo. Trovate due pistole con matricola abrasa e il colpo in canna


    CATANIA - In un monolocale in piazza Campo Trincerato, nel cuore del quartiere catanese di San Cristoforo, il loro regno, i capi del clan mafioso Bonaccorsi "Carateddi" stavano mettendo a punto un'azione eclatante. Ne sono convinti gli investigatori della Squadra Mobile che hanno interrotto il summit e arrestato i partecipanti: il reggente del clan, Salvatore Bonaccorso, 34 anni, figlio del boss Concetto, i suoi fedelissimi Giovanni Crisafulli e Maurizio Monsignore, Rosario Rosignoli, e Giuseppe Chiesa, un "fuoriuscito" del clan Santapaola. Tutto era pronto per un'azione militare, comprese le armi: una pistola semiautomatica armata con il cane alzato, e un revolver. I poliziotti avevano notizia della riunione di mafiosi e per eludere le vedette del clan che presidiano il quartiere di San Cristoforo hanno raggiunto piazza Campo Trincerato procedendo tra le viuzze del quartiere e in direzione opposta al senso di marcia. I cinque uomini sono rimasti così intrappolati nel monolocale e si sono arresi.

    Arrestata anche la proprietaria dell'appartamento, Antonella Micci Pasqualina, accusata come gli altri di detenzione illegale di arma da fuoco, e di favoreggiamento. Per la Squadra Mobile il gruppo mafioso stava per compiere un delitto, forse una risposta al tentato omicidio di Orazio Scaravilli avvenuto meno di due settimane fa. La presenza al summit di Salvatore Bonaccorsi è per gli inquirenti la conferma che il gruppo dei "Carateddi", alleato dei Lo Piccolo di Palemo, persegue ancora l'obiettivo di scalzare
    il clan Sanatapaola dal vertice catanese di Cosa Nostra. In questo quadro, gli investigatori stanno valutando anche la partecipazione all'incontro del santapaoliano Giuseppe Chiesa.

    (11 agosto 2011)


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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ago 25, 2011 7:44 am 
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    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... fromSearch

    Addiopizzo, l'associazione antiracket Libero Grassi, l'impegno di Confindustria Sicilia contro le collusioni tra imprenditori e mafia. È lungo questa scia che, in occasione del ventennale dell'uccisione di Libero Grassi, si salderà l'asse tra Confindustria Palermo e il Comitato Professionisti liberi "Paolo Giaccone", guidato da Alessandro Calì, ex presidente degli ordini degli ingegneri di Palermo.
    L'occasione sarà la ricorrenza di lunedì prossimo, giorno della manifestazione in ricordo dell'imprenditore Grassi, alla quale parteciperanno tra gli altri, oltre a diversi magistrati, anche Antonello Montante, vicepresidente e delegato nazionale di Confindustria per la legalità, e Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. Il Comitato intitolato a Paolo Giaccone, un medico che nel 1982 fu ucciso solo perché si rifiutò di cambiare una sua perizia che inchiodava alcuni killer, ha presentato nei giorni scorsi il proprio Manifesto, redatto insieme a Libero Futuro e Addiopizzo. Il decalogo, condiviso da Confindustria Palermo, presieduta da Alessandro Albanese, va oltre le norme penali e i codici deontologici e punta a contrastare il racket e il sistema mafioso. «Si vuole affermare il principio della responsabilità sociale dei professionisti» sottolineano in una nota congiunta le due associazioni.
    Sono ancora tanti i casi di professionisti «che permettono con prezzolate consulenze ai mafiosi di riciclare le loro enormi risorse o di gestirle dopo che sono state reinvestite in attività apparentemente lecite».
    Non solo. Poco meno di due settimane fa il Comitato Paolo Giaccone è intervenuto per esprimere solidarietà a Montante e al procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari per l'azione di spionaggio subita, le cui prove sono state rinvenute in casa dell'ingegnere Pietro Di Vincenzo. Il Comitato in quell'occasione ha chiesto al Consiglio dell'Ordine degli ingegneri di Caltanissetta di dare assicurazioni sui provvedimenti disciplinari adottati nei confronti di un proprio iscritto.
    Il Manifesto dei professionisti liberi ha raccolto finora oltre 800 adesioni. Il 15 ottobre, al teatro Biondo di Palermo, lo stesso che ha già visto il lancio pubblico di Libero Futuro e Addiopizzo, è in programma l'ufficializzazione della lista degli aderenti al Comitato e dei sottoscrittori del Manifesto. Per quell'occasione, anche grazie all'iniziativa congiunta con Confindustria Palermo, l'obiettivo è raggiungere la quota simbolica di mille firme. Per Antonello Montante «un traguardo in linea con la svolta impressa in questi ultimi anni da Confindustria nazionale per ribaltare vecchie logiche che finivano per penalizzare chi denunciava le ingerenze della criminalità organizzata». «Il passo avanti nella lotta ai condizionamenti della mafia - spiega Enrico Colaianni di Libero Futuro, tra i promotori del Comitato - consiste proprio nello schierare i professionisti accanto agli imprenditori».


    L'iniziativa

    Il Comitato intitolato a Paolo Giaccone, un medico che nel 1982 fu ucciso solo perché si rifiutò di cambiare una sua perizia che inchiodava alcuni killer, ha presentato nei giorni scorsi il proprio Manifesto, redatto insieme a Libero Futuro e Addiopizzo

    Il decalogo, condiviso da Confindustria Palermo, presieduta da Alessandro Albanese, va oltre le norme penali e i codici deontologici e punta a contrastare il racket e il sistema mafioso.


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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio set 01, 2011 7:54 am 
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    BARCELLONA POZZO DI GOTTO (MESSINA) Un ragazzo di 25 anni, ritenuto collegato alle cosche mafiose del messinese, é stato arrestato, in flagranza di reato, a Barcellona Pozzo di Gotto, mentre incassava il "pizzo" da un imprenditore locale. Il ragazzo é stato bloccato mentre incassava il denaro (500 euro) dalla vittima dell'usura. L'indagine é stata coordinata dalla Dda di Messina. (ITALPRESS)


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: ven set 09, 2011 8:08 am 
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    http://www.lasiciliaweb.it/index.php?id ... e-del-clan

    Catania, blitz nella riunione del clan
    Interrotto l'incontro organizzativo di un gruppo di fuoco della cosca Santapaola: tre arresti, in manette anche il figlio di un boss. Sequestrate armi e munizioni


    CATANIA - Tre persone, compreso il figlio di un boss della cosca Santapaola, sono state arrestate in un'operazione antimafia della squadra mobile della Questura di Catania, che ritiene di avere interrotto l'incontro organizzativo di un gruppo di fuoco pronto a entrare in azione.

    Il blitz è stato compiuto da personale della polizia di Stato in un'abitazione del centro storico di Catania. A conclusione dell'irruzione sono state trovate e sequestrate quattro pistole, tre semiautomatiche calibro 9 e una rivoltella calibro 38 con matricola abrasa, guanti in lattice, passamontagna, caschi integrali e una bottiglia con liquido infiammabile. Vicino alla casa dove è stata compiuta l'irruzione è stata trovata un'automobile rubata.

    Gli arrestati sono Massimo Squillaci, di 31 anni, ritenuto appartenente alla famiglia denominata "Martiddina", Sebastiano Sozzi, di 29, e Salvatore Marchetta, di 26. I tre sono accusati di detenzione illegale di armi da fuoco. Marchetta deve anche rispondere di detenzione illegale di marijuana. Squillaci, Marchetta e Sozzi sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Lucio Setola.

    Squillaci è ritenuto appartenente al gruppo denominato "Martiddina", operante nel territorio di Belpasso - Piano Tavola, capeggiato dal padre, detenuto, Giuseppe, di 65 anni. Il fratello Francesco, anch'egli detenuto, è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 5 luglio del 2007 dal gip di Catania nell'ambito delle indagini sull'omicidio dell'Ispettore Capo di Polizia Giuseppe Lizzio, ucciso ii 27 luglio del 1992.

    I tre sono stati bloccati mentre fuggivano dall'abitazione di Marchetta, in via Acquedotto Greco, dopo che, nel corso di un controllo della zona dei "Cappuccini", gli agenti avevano notato una persona che sembrava vigilare l'ingresso di un edificio. All'arrivo degli agenti l'uomo ha tentato di sfuggire al controllo, chiudendosi alle spalle un cancello d'ingresso e urlando a squarciagola per avvertire della presenza della Polizia. Dopo aver forzato il cancello gli agenti sono entrati nell'area antistante l'edificio e hanno notato Squillaci e Sozzio che fuggivano e li hanno bloccati. Marchetta è stato bloccato in casa sua.

    Nell'abitazione di Marchetta sono stati sequestrati un revolver calibro 38 special con la matricola cancellata con sei proiettili, una pistola semiautomatica Beretta modello 84 Cheetan calibro 9 corto con la matricola cancellata e con 11 proiettili nel caricatore, una bottiglia di benzina, guanti in lattice e due caschi integrali.

    Inoltre nella cucina sono stati trovati 10 grammi di marijuana. Nella casa la polizia ha anche trovato una chiave di un'autovettura presa a noleggio, che è stata individuata parcheggiata in Via Medaglie d'Oro. Poco distante la polizia ha trovato una Alfa Romeo "147" risultata rubata lo stesso giorno a Nicolosi.

    Successivamente, all'ingresso di una casa abbandonata in via Acquedotto Greco, non lontano dall'abitazione di Marchetta, gli agenti hanno trovato e sequestrato una borsa contenente due pistole semiautomatiche calibro 9 per 21 - una Beretta e una Tanfoglio - entrambe con la matricola cancellata e complete di caricatore e munizioni, una busta contenente numerosi proiettili dello stesso calibro, un passamontagna; una parrucca ed un paio di guanti in lattice.


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: lun set 12, 2011 11:50 am 
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    http://www.lasiciliaweb.it/index.php?id ... estorsioni

    Arrestato il boss delle estorsioni


    PALERMO - Il latitante mafioso Antonino Lauricella, boss delle estorsioni a Palermo centro, è stato arrestato dalla squadra mobile di Palermo. Era ricercato dal 3 ottobre 2005. Lauricella, 57 anni, è stato arrestato a Palermo nella zona del popolare mercato di Ballarò nel centro storico.

    Alcuni mesi fa sfuggì ad un altro blitz della polizia, le cui fasi erano seguite in diretta dai carabinieri che intercettavano un altro boss, Luigi Abbate, detto Gino u mitra. Era proprio quest'ultimo a dare indicazioni per la cattura del latitante parlando al cellulare con un commissario di polizia.

    Il mafioso, arrestato dopo sei anni di latitanza, aveva un borsone con dentro un asciugamano, un passamontagna, un coltellino e guanti in lattice. Dopo l'arresto si è complimentato con i poliziotti.

    "È stato un arresto difficile per la cortina di omertà che si ergeva attorno a Lauricella - ha spiegato il procuratore aggiunto di Palermo, Ignazio De Francisci - La Squadra Mobile di Palermo, con la consuetà professionalità e impegno, è riuscita in quest'operazione.
    Siamo molto soddisfatti perchè Lauricella, pur non essendo un latitante di primo piano, gestiva gli affari mafiosi nel cuore di Palermo"

    Lauricella ha presentato ricorso in Cassazione per una condanna per estorsione e gli inquirenti devono stabilire se ha diritto all'interrogatorio di garanzia che comunque si svolgerà non prima di domani. Il latitante, al momento dell'arresto, non aveva telefonino cellulare e in tasca aveva 40 euro.


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: ven ott 07, 2011 7:26 am 
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    (Adnkronos) - Un progetto di recupero di un bene confiscato e' stato finanziato dal Pon Sicurezza anche a Partinico, in provincia di Palermo. Chiamata ''Legal'art'' la proposta prevede il riutilizzo di un immobile usato come residenza estiva dalla famiglia mafiosa dei Lo Iacono. Confiscato e assegnato al Comune, il bene, situato in contrada Albachiara, e' composto da un appezzamento di terreno di 540 metri quadrati sul quale insistono alcuni fabbricati.

    L'intento del progetto e' fare di questo immobile un polo per lo sviluppo e la diffusione della cultura della legalita', ma anche un luogo di incontro e aggregazione rivolto soprattutto ai giovani. Al suo interno verranno organizzati laboratori di scenografia, corsi di pittura, di disegno, di decorazione folkloristica siciliana.

    Ci sara' inoltre una sala prove per gruppi musicali e compagnie teatrali, corsi di chitarra e di ballo. Si valutera' in futuro, con l'utilizzo di altre fonti di finanziamento, la realizzazione di un teatro all'aperto. Per sostenere il progetto il Pon sicurezza ha stanziato risorse pari a 170mila euro.


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: mer ott 12, 2011 10:30 pm 
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    Mafia: processo 'Gotha', definitiva condanna a 13 anni a boss Nicchi
    Palermo, 12 ott. (Adnkronos) - La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 13 anni al boss mafioso Giovanni Nicchi nell'ambito del processo chiamato 'Gotha' che vedeva alla sbarra 35 tra capimafia, affiliati ed estorsori ritenuti vicini al boss mafioso Bernardo Provenzano. In Cassazione ha retto l'impianto accusatorio del processo scaturito dalla maxi operazione che nel giugno 2006 porto' in carcere decine di fiancheggiatori di Provenzano, che era stato arrestato pochi mesi prima dopo 40 anni di latitanza. Fra i principali imputati spiccano i nomi dei due capimafia Antonino Rotolo, della famiglia mafiosa di 'Pagliarelli' e Franco Bonura della famiglia Uditore. Sono diversi gli annullamenti con rinvio alla Corte di Appello di Palermo per rideterminare la pena.


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     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: dom ott 16, 2011 10:36 am 
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    http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -23280477/

    Professionisti contro la mafia
    in mille al teatro Biondo

    Presentato il comitato "Professionisti liberi", una rete di professionisti pronti a far valere l'osservanza delle regole deontologiche da tutti gli iscritti agli ordini professionali, "Un'iniziativa che apre la speranza che ci sia, a fianco degli imprenditori che denunciano il racket, una schiera di professionisti che li supportano sabotando il sistema mafioso"


    PALERMO - Un manifesto per la legalità e contro la mafia. Lo hanno presentato oggi al Teatro Biondo di Palermo, oltre mille professionisti, che hanno deciso così di impegnarsi concretamente contro la criminalità organizzata, di "metterci la faccia" per dimostrare il loro impegno antimafia. Si tratta di una sorta di vademecum di regole che prevede l'impossibilità di prestare alcuna forma di consulenza o attività professionale a chi è già condannato o anche solo imputato per mafia. L'associazione "Professionisti Liberi" nasce col sostegno di Addiopizzo e Libero Futuro, per continuare la lotta alla mafia comprendendo, dopo i commercianti ed i consumatori, coloro i quali esercitano professioni intellettuali. Il manifesto vuole mettere insieme una rete di professionisti onesti, che con il loro impegno personale e la loro testimonianza, pretendono l'osservanza delle regole deontologiche da tutti gli iscritti agli ordini professionali, purtroppo spesso disattese da coloro che dovrebbero vigilare.

    Gli aderenti al comitato sostengono, inoltre, che la meritocrazia debba sempre essere al centro delle scelte pubbliche di selezione dei professionisti. La raccolta firme dei "Professionisti Liberi" continuerà in tutto il Paese, per raggiungere al più presto l'ambizioso traguardo delle 5.000 adesioni. Per Enrico Colajanni, presidente di Libero Futuro, si tratta di "un'iniziativa strategica perché tocca la sensibilità dei professionisti onesti che magari fino ad ora hanno taciuto, ed apre la speranza che ci sia, a fianco degli imprenditori che denunciano il racket, una schiera di professionisti che li supportano sabotando il sistema mafioso, che ha tanto bisogno dell'apporto di professionisti compiacenti".

    (15 ottobre 2011)


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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: mer ott 26, 2011 7:33 am 
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    http://www.livesicilia.it/2011/10/26/ca ... oss-arena/

    Il latitante Giovanni Arena, 56 anni, ritenuto esponente di Cosa nostra e a capo dell’omonima famiglia mafiosa, è stato arrestato da agenti della squadra mobile di Catania. Inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia, era latitante dal 1993 quando sfuggi’ all’operazione Orsa maggiore contro la cosca Santapaola. In contumacia è stato condannato all’ergastolo per un omicidio commesso nel 1989. Era ricercato anche per associazione mafiosa, detenzione di armi e traffico di droga.

    Arena è stato catturato durante un blitz compiuto da agenti della squadra mobile della Questura di Catania nel popoloso rione Librino del capoluogo etneo, che era il suo mandamento di riferimento, confermando la tesi che i boss non si allontanano molto dalla zona che controllano. Secondo quanto si è appreso, era da solo. Maggiori particolari sulla sua cattura saranno forniti alle 10.30 durante una conferenza stampa nella Questura di Catania. Giovanni Arena era irreperibile dal dicembre 1993 quando sfuggi al blitz ‘Orsa Maggiore’ contro Cosa nostra di Catania, un’operazione ritenuta uno spartiacque nella lotta alla mafia nella provincia etnea coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della locale Procura.

    Ritenuto esponente di spicco dalla cosca Santapaola, e legatissimo alla ”famiglia”, è stato accusato di avere avuto un ruolo nell’attentato incendiario che il 18 gennaio 1990 distrusse la sede della Standa, allora di proprietà del gruppo Berlusconi, nella centrale via Etnea a Catania, lo stesso giorno dell’ arrivo della commissione antimafia in citta’. Da quell’accusa Arena è stato prosciolto. Il latitante è stato condannato all’ergastolo il 28 maggio 2003 nel processo Orione 5, per l’uccisione di Maurizio Romeo, esponente della cosca rivale dei Ferrera, noti come ‘Cavaduzzu’, avvenuto ad Aci Castello il 31 ottobre 1989.

    A delinearne la pericolosità, secondo gli investigatori, sarebbe la sua lunga latitanza: 18 anni trascorsi ben protetto dalla ‘famiglia’, segno, sostengono, del suo inserimento a alti livelli nell’organizzazione. La sua famiglia, secondo l’accusa, avrebbe adesso una gestione ‘autonoma’, con il controllo del mercato dello spaccio di stupefacenti nel rione Librino, e in particolare del famigerato ‘Palazzo di cemento’ dello stesso quartiere che produrre un giro d’affari illecito da fatturati che la polizia ha piu’ volte definiti ‘vertiginosi’.

    “Questa volta siete stati bravi… da vent’anni sono in questa casa…”, lo ha detto il superlatitante Giovanni Arena ai poliziotti che lo hanno arrestato. Il boss è stato catturato alle due della notte scorsa dalla squadra mobile di Catania che ha fatto irruzione in appartamento al secondo piano di uno stabile a poche decine di metri dal palazzo di cemento di Librino. Era nascosto dietro un letto a ponte che i poliziotti hanno forzato: lo stesso sistema era stato utilizzato da un altro latitante.


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    Valentina
     Oggetto del messaggio: Re: News del giorno
    MessaggioInviato: gio ott 27, 2011 8:15 am 
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    Beni per 8 milioni sequestrati a boss del palermitano

    Palermo. I Carabinieri di Palermo stanno eseguendo un decreto di sequestro beni per un valore complessivo pari a 8 milioni di euro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, nei confronti del capo della famiglia di Ficarazzi, detenuto con l'accusa di associazione mafiosa. Il provvedimento patrimoniale fa seguito all'operazione antimafia 'Iron Man', che il 5 agosto 2010 portò all'esecuzione di otto provvedimenti cautelari decapitando il vertice delle cosche mafiose di Ficarazzi. Tra i beni sequestrati, due aziende operanti nel settore dell'edilizia, la cui attività veniva imposta agli imprenditori locali a prezzi maggiorati. Le stesse imprese emettevano anche fatture a favore degli imprenditori estorti per dissimulare il pagamento del pizzo.


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