Mercoledì, 22 Dicembre 2010 01:00

Lezioni di legalità

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Nel 2008 l'associazione Addiopizzo ha organizzato una serie di incontri in circa 20 scuole superiori di Catania e provincia con dei risultati che lasciano spazio a varie riflessioni, analizziamole.

 

Sono state presentate agli studenti domande riguardanti vari aspetti della legalità, come l'analisi di alcuni atteggiamenti e la conoscenza di alcune personalità legate all'antimafia.Prendendo spunto da una delle domande poste possiamo analizzare l'atteggiamento degli studenti di fronte al furto del motorino, una alta percentuale degli studenti ha risposto che, in caso di furto, si rivolgerebbe all'amico, che sotto il pagamento di una somma in denaro gli farà riavere il motorino. Quasi nessuno sceglierebbe di denunciare e di seguire questa strada per riavere ciò che gli spetta di diritto.Magari i ragazzi non hanno mai pensato che, nel caso in cui non si effettua una denuncia, come faranno a difendersi se un giorno venisse fuori che magari il loro mezzo è stato usato per commettere un reato? Quale sarebbe a quel punto la via di uscita? Cosa che magari nemmeno noi abbiamo pensato.Altre domande riguardavano alcuni personaggi della nostra storia legati all'antimafia come pio la torre, sindacalista che ci ha regalato la possibilità di usufruire dei terreni che prima erano in possesso dei mafiosi (legge Rognoni-La Torre). e bene la maggior parte dei ragazzi lo hanno classificato come mafioso, gli stessi ragazzi che vengono imbottiti di latino e di greco, e che poi non conoscono per niente la nostra storia, la storia della nostra Sicilia.Anche i dibattiti che poi uscivano durante questi incontri mettevano in evidenza alcuni concetti che i ragazzi hanno assimilato da retaggi culturali o dalla tv, ad esempio la prima domanda che tutti fanno durante gli incontri è "ma e' vero che se denunci ti ammazzano?", magari basterebbe far parlare questi ragazzi con dei magistrati o degli avvocati, organizzare degli incontri che gli facciano capire come sono ormai anni che non viene più ucciso nessuno perché non paga, semplicemente perché non conviene nemmeno ai mafiosi prendersi una condanna per omicidio al posto di una condanna per estorsione, è questione di numeri. Queste sono solo alcune delle domande fatte ai ragazzi e fatte dai ragazzi a noi, domande e risposte che però evidenziano come a loro mai nessuno ha parlato di legalità, nessun professionista gli ha mai spiegato come funzionano davvero le cose,pochi professori hanno parlato con loro di queste cose, spiegandole in maniera seria, e cercando di coinvolgere i ragazzi in attività davvero formative.La scuola deve insegnare le materie è vero, ma deve anche insegnare la vita, insegnare a vivere nel proprio territorio, e purtroppo il nostro è un territorio difficile, pieno di problemi e pericoli, che devono essere affrontati con la giusta preparazione e consapevolezza, cercando di non lasciare i nostri ragazzi nelle mani di una tv sempre più povera di contenuti e ricca di fiction legate a retaggi ed argomenti ormai superati.È compito quindi nostro, di ogni cittadino, e soprattutto delle istituzioni scolastiche in toto rendersi conto che la formazione dei ragazzi deve essere improntata anche all'educazione a vivere, a conoscere i fenomeni della proprio terra e il modo in cui affrontarli.Conoscendo le leggi, la legalità, gli atteggiamenti e di modi di fare che potrebbero rendere la nostra terra migliore, senza pizzo magari, senza gente che china la testa ai soprusi di tutte queste persone che senza nessuna educazione, senza saper dire una parola in italiano, nella piena ignoranza dei loro modi di fare e del loro linguaggio, si credono padroni e pensano di poter fare di loro, e di noi, ciò che vogliono, comandando nel segno dell'arroganza e della violenza.Questo è il mio ed il nostro sogno, di avere dei ragazzi che con la cultura della legalità , con la gioia di vivere e con la forza del coraggio affrontino a viso aperto, con la paura di chi ha coraggio, paura normale che solo i folli non hanno, i loro aguzzini e tutta la gente che nell'ignoranza e nella prepotenza si credono i padroni della nostra terra.E per fare ciò l'arma che abbiamo noi è la cultura, la scuola, che deve essere scuola di vita in tutti i sensi, i professori sono la nostra arma, quei professori tanto sottovalutati sono la nostra arma per vincere la guerra, spero che il mondo dell'istruzione se ne renda conto. Davide Siracusa

 

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