CATANIA - Attorno al tavolo in quella villetta nelle campagne di Belpasso c'era il gotha di Cosa nostra a Catania, i vertici della "famiglia" Santapaola. Un vero e proprio summit che è stato interrotto da carabinieri del reparto operativo del comando provinciale etneo che con un blitz. Sono stati arrestati personaggi di spessore della cosca come il superlatitante Santo La Causa, ritenuto il capo dei capi nella provincia etnea, il cui nome era inserito nella lista dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia, già condannato all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa.
Assieme a lui c'era il latitante Carmelo Puglisi, nella lista dei 100 latitanti di maggiore spessore del Paese, accusato di avere avuto un ruolo negli attentati nei cantieri di Andrea Vecchio, l'imprenditore che si è opposto pubblicamente al racket delle estorsioni. Ma in quella casa ci sono altri anche altri pezzi da "novanta" della mafia di Catania come Enzo Aiello, storico uomo di fiducia del boss Benedetto Santapaola, e Venerando Cristaldi, fratello di Salvatore, e considerato uno dei capi del rione Picanello.
Tra i fermati ci sono anche Sebastiano Laudani, ritenuto ai vertici del clan noto come "Mussu di ficurinia" e Saro Tripodo. Durante l'operazione i carabinieri di Catania, che si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi del Ros, hanno anche fermato due incensurati accusati di essere i fiancheggiatori dei presunti boss. Durante le fasi concitate della cattura militari dell'Arma avrebbero esploso dei colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio.
Insomma, si trattava di una riunione di "altissimo livello criminale", durante la quale si stavano forse mettendo a punto le strategie di intervento contro le cosche rivale che si stanno espandendo toccando territori di Cosa nostra.
"Da tempo abbiamo registrato delle fibrillazioni all'interno della cosca Santapaola - spiega il procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata - per la crescita eccessiva della cosca rivale dei Cappello in città. Un summit di questa portata significa che si stavano studiando strategie di risposta di altissimo livello".
Fonte: la Repubblica