Per non dimenticare chi tra giornalisti, magistrati, sacerdoti, politici, cittadini
e sindacalisti nella lotta a “cosa nostra” ha sacrificato la sua vita.
«Siate voi stessi il cambiamento che volete vedere nel mondo»: la citazione del
Mahatma Gandhi nei titoli di coda del cortometraggio scatena un applauso generale.
A salire in cattedra i volontari di “AddioPizzo Catania” Elio Blanca, Saverio
Rizza e Rosario Lupo che hanno spiegato ai piccoli studenti come la Mafia si
combatte tutti insieme, senza avere paura di esporsi e non lasciando isolato nessuno.
«Racket, estorsione e pizzo sono parole che i ragazzi imparano a conoscere
molto presto- spiega Rosario Lupo- il mafioso conta sulla paura delle persone per
poter agire liberamente. Non bisogna subire le minacce di questi “signori” passivamente
ma bisogna sempre denunciare i propri aguzzini senza avere mai paura.
Per questo è fondamentale fare gruppo e dimostrare a “cosa nostra” che la società
non si vuole più piegare alle logiche mafiose. Un segnale importante che deve
partire sin dai banchi di scuola».
Di legalità dunque si deve parlare sin da piccoli. Bisogna crederci, aprire gli occhi
e affidarsi alle forze dell’ordine per combattere le associazioni criminali. Coloro
che non si piegano al pizzo non sono eroi ma persone normali che vogliono
vivere alla luce del sole.
«I concetti di uguaglianza e rispetto per le regole rappresentano dei cardini che
uniscono, attraverso un filo diretto, associazioni e scuole- afferma la preside della
“Federico De Roberto”, Antonia Maccarrone- l’obiettivo è creare una società
migliore dove i nostri ragazzi comprendano il valore dell’unione intesa come forza
collettiva».
Fonte: LaSicilia