Rassegna Stampa

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Accuse di “professionismo dell’antimafia”, di eroismi retrodatati, di scheletri nell’armadio e di imprenditori dai cognomi imbarazzanti nelle liste delle associazioni. Il mondo dell’antiracket catanese è in fibrillazione. A far scoppiare la miccia delle polemiche l’uscita del presidente regionale di Confcommercio, Pietro Agen che ha criticato l’operato del presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno per la sua decisione di denunciare “in ritardo” gli estortori che lo taglieggiavano dal 2005 al 2007.

 

Nel 2004, dei giovani imprenditori palermitani in procinto di iniziare una loro attività commerciale, si posero la domanda: "E se qualcuno ci viene a chiedere il pizzo?". In quell'istante determinarono che non avrebbero mai chinato la testa come purtroppo spesso accade in Sicilia, e che invece avrebbero fatto qualcosa di concreto per la loro terra. Nacque così Addiopizzo Palermo. A due anni di distanza, a seguito di quella idea, nel giugno del 2006 prese vita Addiopizzo Catania.

E' stata la scuola Maiorana ad ospitare l'iniziativa di AddioPizzo organizzata per commemorare Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Presenti. tra gli altri,  il sindaco di Catania, Enzo Bianco e il presidente dell'Anm Pasquale Pacifico.

Catania. La città ricorda Paolo Borsellino. Sono passati ventuno anni dalla strage di Via D’Amelio eppure il ricordo di quel giorno è ancora vivido nella mente e nel cuore di tanti. Lo dicono il volto di Borsellino che capeggia sul murale voluto da Addiopizzo e realizzato con il contributo di tanti cittadini catanesi e la folta partecipazione delle istituzioni e della società civile all’iniziativa in ricordo del giudice. Lo dice, infine, il fatto che tutto ha avuto luogo dentro una scuola (la Quirino Maiorana).

C’erano le autorità, i dirigenti delle forze dell’ordine, il procuratore e il sindaco. Ma soprattutto, nella giornata commemorativa che l’associazione antiracket etnea ha organizzato in ricordo del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, uccisi dalla mafia il 19 luglio 1992, c’erano tanti bambini. Gli stessi che hanno depositato un mazzo di fiori sotto il ritratto del magistrato.

Martedì, 02 Luglio 2013 02:00

Mafia, a Catania un murale di Addiopizzo

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I volti di delle vittime di omicidi di mafia per non dimenticare il loro sacrificio e per far sì che le giovani generazioni seguano il loro esempio. E' questo l'obiettivo del progetto "Un muro contro la mafia" concluso da Addiopizzo Catania con l'inaugurazione, nel capoluogo etneo di un murale, iniziato un anno fa ed ora finalmente completato, che raffigura sette vittime: Alfredo Agosta, Beppe Montana, Giuseppe Fava, Libero Grassi, Luigi Bodenza,  Giovanni Lizzio, Serafino Famà, che si vannò ad aggiungere a quelle del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, già inaugurate tempo addietro.

L'iniziativa è stata promossa dai volontari di Addiopizzo, che un anno fa hanno dato vita al progetto 'Un muro contro la mafia'. Il nuovo murale si aggiunge a quello già inaugurato che raffigura il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.

Un muro contro la mafia. I volti di Giuseppe Fava, Beppe Montana, Libero Grassi, Giovanni Lizzio, Luigi Bodenza e Serafino Famà da oggi capeggiano sulle pareti del carcere di Piazza Lanza. Un’iniziativa voluta da Addio Pizzo e resa possibile dal contributo degli oltre dieci mila catanesi, che hanno finanziato il murale acquistando i biglietti della lotteria pasquale organizzata dall’associazione. “ Oggi inauguriamo un nuovo progetto. Il murale non serve soltanto a raffigurare i volti delle vittime della mafia, serve a recuperare la memoria storica soprattutto per i ragazzi delle scuole” spiega, a LiveSiciliaCatania, Salvo Fabio di Addio Pizzo. Del resto, la location della conferenza stampa di inaugurazione “non è casuale”: la scuola Media Q. Maiorana.

Venerdì, 14 Giugno 2013 20:00

Non solo murales

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Pennellate di colore per non dimenticare. Perchè la memoria resti viva e sia stimolo per le nuove generazioni a vivere nella legalità, contro tutte le mafie.
Continua il progetto "Un muro contro la mafia" che Addiopizzo Catania porta avanti da due anni.
Dopo la scritta sul muro di Nesima, nei pressi dell'Ospedale Nuovo Garibaldi, e il murales su viale Ulisse con i volti di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e le vittime della strage di Capaci, lo scorso anno era toccato al giudice Paolo Borsellino essere immortalato, insieme agli uomini della sua scorta, sul muro di cinta del carcere di piazza Lanza.
A distanza di un anno il lavoro viene ampliato con i volti di altre vittime della mafia, volti meno conosciuti ma non per questo meno importanti e significativi.

Per ottenere le autorizzazioni necessarie a dipingere gli eroi antimafia sul muro perimetrale del carcere di piazza Lanza,sono necessari tempo e perseveranza.
Ma la pazienza, si sa, è la virtù dei forti e non può certo mancare a un’associazione come Addiopizzo Catania «impegnata -spiega il suo rappresentante Salvo Fabio - nella promozione della cultura della legalità, con una serie di progetti e iniziative che mirano ad erodere il consenso mafioso, stimolare la rivolta dei commercianti contro il racket delle estorsioni, contrastare la sottocultura mafiosa e l’indegno quietismo che l’accompagna».

Non pagare il pizzo. Essere pronti a denunciare eventuali estortori. Non avere paura. «In un momento di crisi non solo economica ma anche sociale in cui i politici sono distanti dai cittadini così come dai commercianti, troppo impegnati a portare avanti solo gli accordi per la suddivisione delle cariche; e con le banche che da tempo hanno stretto i cordoni non concedendo più prestiti o dilazioni il timore è che si possa cadere vittime dell’usura e dell’estorsione e questo non lo vogliamo. Non vogliamo cedere».

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