A Palagonia 400 cittadini e volontari hanno partecipato all'iniziativa "Arance Pizzo-Free" dell'Asaae,l'associazione antiracket e antiusura etnea che ha promosso una giornata di solidarietà per le vittime dei due fenomeni.
Da quando tre anni fa ha deciso di denunciare estorsori ed usurai nessuno vuole andare a raccogliere arance nel suo agrumeto e nessuno le vuole comprare.Non ci sono più clienti anche per un'altra attività della famiglia, una officina per la riparazione pneumatici per mezzi pesanti.
Il liceo scientifico "Ettore Majorana" di San Giovanni la Punta si fa promotore di un progetto finalizzato ad animare il dibattito sui temi dell'antiracket ,antiusura e antimafia,per rendere lo studente protagonista di un cambiamento dell'atteggiamento culturale su questi temi.
L'istituto Einaudi,diretto dal preside Giuseppe Finocchiaro, ha invitato alcuni dei protagonisti della lotta al racket delle estorsioni.La lezione itinerante di legalità continuerà nei prossimi giorni in altre scuole.
La cultura della legalità si sta facendo strada tra i ragazzi della nostra città,anche e soprattutto grazie alle proposte e allo straordinario impegno del gruppo di giovani di Addiopizzo che si sono fatti notare già da tempo,da quando cioè hanno cominciato a esporre per la strada pezzi di lenzuoli con su scritto Addiopizzo.
"Un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità". Questo è lo slogan, linea guida del Comitato Addio Pizzo, nato a Palermo nel 2004, presente a Catania dal 2006. Esso esprime palesemente l'obiettivo che i membri del Comitato si propongono: contrastare il fenomeno diffuso del racket delle estorsioni.Un fenomeno quello del pizzo che non coinvolge solo commercianti, ma anche artigiani, professionisti.
Catania volta pagina ed è pronta ad accogliere una realtà come quella del Comitato Addiopizzo, che ormai da un anno è un punto fisso nell'ambito del movimento antiracket che continua a crescere di giorno in giorno. A farne parte sono giovani che hanno voglia di vedere cambiare le cose in una città che è stata silenziosa per troppo tempo, non gridano al miracolo, ma ammettono: "I segnali ci sono, ed è evidente che qualcosa si sta muovendo".
L'organizzazione nata per combattere il racket delle estorsioni è giunta al suo primo anno di attività nella nostra città. Per l'occasione si è tenuto un dibattito in cui sono state presentate importanti testimonianze e riflessioni sulla voglia e la possibilità di cambiare la nostra terra.
Dopo un anno di pressante impegno svolto per le strade,nelle scuole,nelle comunità sociali,ieri il comitato di Catania ha voluto fare il punto della sistuazione dello stressante operato della campagna contro il pizzo.
La nostra è una sfida sul piano culturale.Speriamo che il messaggio attecchisca fra le nuove generazioni.E' ora che si capisca che si può fare impresa in Sicilia senza dover subire il ricatto delle estorsioni.