Si è svolto alla presenza di poco più di una decina di studenti l'incontro organizzato da Addio Pizzo sul tema "Estorsione, dal parcheggiatore abusivo al mafioso". Si è discusso delle conseguenze positive concrete per il mercato e per i cittadini della lotta a pizzo e criminalità organizzata. Ma basta solo prospettare "un ritorno" personale per convincere i siciliani a cambiare mentalità?
È stata una mattina insolita per molti passanti Catanesi circondati da manifesti e striscioni dai toni forti: "Catania svegliati e non pagare!", "Catanese se hai le palle, al mafioso volta le spalle", "Basta dire che non cambia mai nulla, quello che leggi è cambiamento".
Bamboccioni per forza, per colpa della crisi? Chi l'ha detto? Ce ne sono di giovani che si danno da fare, addirittura anche contro la mafia. Lontani da proclami ideologici e senza voler dare lezioni a nessuno, giorno dopo giorno, investono le loro energie per mettere i bastoni tra le ruote alle cosche: a Catania,ad esempio, a metà giugno, una cinquantina di commercianti (gestori di pizzerie, bar, fruttivendoli, librai, professionisti, ma anche titolari di piccole imprese di trasporto, edili e alberghiere) faranno sapere pubblicamente, davanti a Procura, Questura e forze di polizia appositamente convocate, che hanno smesso di pagare il pizzo o che non intendono cominciare a farlo. Non era mai successo ai piedi dell'Etna: finora i pochi che si ribellavano al racket sceglievano, con comprensibile prudenza, l'anonimato.
"Dite ai vostri amici che la Sicilia non è terra di mafia,ma di gente pronta al riscatto". È l'appello di Claudio Risicato, coordinatore provinciale delle Associazioni Antiracket e Antiusura del sistema Confcommercio rivolto a quarantasei studenti del liceo scientifico Virgilio di Milano che ieri mattina hanno incontrato le associazioni antiracket del capoluogo etneo nell'ambito di un progetto sulla "legalità e diritti" iniziato quest'anno nella loro scuola.
"Non mi sentivo ancora vile ed indegno quando assecondavo i miei estortori, ma è solo denunciandoli che ho finalmente capito di avere trovato la mia dignità come uomo". Le parole sono di Saro Barchitta, imprenditore nel campo della movimentazione terra nonché presidente dell'Associazione Antiracket di Scordia, che ha scelto di ribellarsi al ricatto estorsivo cui era sottoposto.
"Dopo 7 anni di silenzio ho deciso di parlare, ho deciso di parlare di cose di cui nessuno parlarva, ho parlato della trattativa tra stato e mafia, mi sono pentito di questo silenzio, il silenzio che mio fratello non mi avrebbe mai perdonato. E adesso mi ritrovo in giro a parlare davanti alle platee, e non ho più neppure la forza di indignarmi. Lo faccio solo per trasferire questa rabbia, perché tutti dobbiamo essere furiosi affinché qualcosa possa cambiare".
Catania si prepara ad accogliere un grande happening per festeggiare tutti gli imprenditori onesti che si sono alzati in piedi e hanno gridato 'no' al racket. Appuntamento allo Zo l'11 febbraio. Sul palco del centro culturale François e le Coccinelle.
Antonio Ingroia, pm antimafia di Palermo, incontra gli studenti catanesi alla Facoltà di Giurisprudenza per parlare dei rapporti tra cosa nostra, politica ed economia. E sul lavoro dei magistrati dice:"Non cerchiamo il consenso dei cittadini, ma una loro reazione contro il fenomeno malavitoso".
In un incontro alla facoltà di Giurisprudenza si è discusso di prospettive e rischi della modifica introdotta dalla finanziaria 2010 sui beni confiscati a Cosa Nostra che ora potranno essere messi all'asta. Critico il senatore del Pd Beppe Lumia: «I boss potrebbero rientrarne in possesso attraverso insospettabili prestanome».
L'associazione antiracket Addiopizzo Catania ha comunicato i risultati di un questionario su antimafia e legalità al quale hanno risposto più di mille studenti catanesi tra i 17 e i 18 anni. Step1 ha discusso dei dati emersi con il presidente del comitato, Chiara Barone.
L'associazione antiracket - antiusura del Sistema Confcommercio "Rocco Chinnici" si è detta vicina al lavoro svolto nelle scuole dai ragazzi di Addiopizzo Catania e plaude all'iniziativa di incontrare gli studenti per promuovere i valori della legalità.
I giovani di Addiopizzo Catania da tre anni vanno nelle scuole per promuovere i valori della legalità e la memoria storica di chi ha dato la vita per difenderli. In occasione di questi incontri hanno distribuito, in 16 scuole di città e provincia, un questionario su alcuni temi «caldi» e i risultati sono stati «poco incoraggianti», come commenta con un eufemismo la presidente Chiara Barone.
L'operazione che ha decapitato i vertici del clan Santapaola segna una tappa importante nella storia della lotta alla mafia che spara. Ma non meno importanti sono le parole degli artefici di questo blitz che ha interrotto un summit in cui si decideva della strategia della famiglia catanese di Cosa Nostra e, verosimilmente, anche di nuovi omicidi, di nuove morti. E' stato evitato un nuovo spargimento di sangue, nuove violenze e sopraffazioni contro le persone e le imprese, nuovi affari sporchi. La città ne è consapevole e, sinceramente, ringrazia.
CATANIA - Attorno al tavolo in quella villetta nelle campagne di Belpasso c'era il gotha di Cosa nostra a Catania, i vertici della "famiglia" Santapaola. Un vero e proprio summit che è stato interrotto da carabinieri del reparto operativo del comando provinciale etneo che con un blitz. Sono stati arrestati personaggi di spessore della cosca come il superlatitante Santo La Causa, ritenuto il capo dei capi nella provincia etnea, il cui nome era inserito nella lista dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia, già condannato all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa.