"Non ospitare Addiopizzo è stato un errore".A scendere in campo a sostegno del comitato catanese,l'associazione antiracket e antiusura etnea."Il lavoro portato avanti dai ragazzi -dichiara Gabriella Guerini,presidente Asaae - sulla diffusione della cultura della legalità è essenziale per la città.Per questo occorre un aiuto concreto da parte delle istituzioni pubbliche e delle forze sociali".
Appello all'amministrazione comunale perchè renda fruibili i locali confiscati alla mafia e già assegnati ai volontari di Addiopizzo,offerta una sede provvisoria ma anche polemiche.E' ormai un caso lo "sfratto" subito da Addiopizzo,che a Catania trovava ospitalità nella sede provinciale della Confesercenti che ai volontari dell'antiracket prestava alcuni locali.Così in attesa che si rendano disponibili i locali di Picanello,Addiopizzo è rimasta senza casa.
Chi è il consumatore critico? Per l'associazione Addiopizzo è ogni cittadino che decide di non contribuire a finanziare la criminalità organizzata, che vuole liberare l'economia siciliana da un peso che non le permette di crescere e di aprirsi a nuovi investitori, che non vuole lasciare solo l'esercente che non accetta l'imposizione mafiosa per il suo bene e quello di tutti.
Senza più una "casa" da più di un mese.I giovani erano ospitati dalla Confesercenti ma il rapporto si era fatto difficile.L'immobile promesso dal Prefetto risulta inagibile.
Addiopizzo Catania è senza casa. E ne cerca una per continuare a portare avanti la sua coraggiosa battaglia per la legalità. Già, perché i locali che hanno ospitato il movimento nei suoi due anni di vita nella città siciliana non sono più disponibili: Confesercenti, che li aveva finora concessi gratuitamente, li ha richiesti indietro «per motivi organizzativi». Non sarà uno sfratto e non è finita a carte bollate, ma il rapporto tra l'associazione di commercianti, promotrice peraltro dell'iniziativa anti-usura "Sos Impresa", e il comitato anti-mafia, nato a Palermo per combattere il fenomeno dell'estorsione, non si è concluso nel migliore dei modi.
La lotta al racket del pizzo è stata ieri mattina al centro di una interessante assemblea d'istituto svoltasi al liceo scientifico "Archimede" di Acireale.Un incontro molto partecipato, organizzato per sensibilizzare i più giovani verso una problematica di scottante attualità che, negli ultimi tempi,proprio grazie all'attività di informazione e testimonianza svolta ha fatto registrare interessanti passi avanti.
In un incontro ai Benedettini la dottoressa Agata Santonocito della Dda di Catania e un rappresentante di Addiopizzo tracciano l'attuale profilo del fenomeno mafioso. "Cosa Nostra non si vede ma ha effetti devastanti. E penetra ovunque, corrodendo il recipiente che la contiene".
"L'incontro con i cittadini per capire il fenomeno dell'estorsione",curato dai giovani della parrocchia per l'iniziativa "Le mani sulla legalità",ha messo in risalto il ruolo nella vita cittadina dell'oratorio parrocchiale,affollato (da ragazzi,in particolare) in questi primi momenti di ritorno alla vita,dopo gli anni di forzato riposo.
Organizzano decine di iniziative, incontri nelle scuole e nelle università, azioni concrete a sostegno delle vittime del racket: sono gli instancabili volontari di Addio Pizzo Catania che Step1 ha incontrato.
È il riscatto di una generazione futura.Un chiaro esempio che la mafia può essere sconfitta perseguendo il principio della legalità.Ieri mattina,in contrada Casa Bianca,nel terreno confiscato alla famiglia Riela,più di 600 studenti hanno partecipato all'iniziativa promossa dall'associazione Libera dal titolo "Riprendiamoci il maltolto".In giro volantini e cartelloni con su scritto "Mafia,no grazie".Oppure "Se la conosci la eviti".
Ecco il resoconto della giornata pizzo-free nelle campagne di Palagonia dove centinaia di volontari hanno raccolto le arance di un produttore che si è ribellato alla mafia, per ‘dimostrare che chi denuncia non è solo'.
Più di 500 ragazzi alla seconda edizione di "Arance pizzo-free".Dal mattino al tramonto,sparsi tra le file interminabili di agrumi,studenti e volontari delle associazioni antiracket provenienti da tutta la provincia catanese hanno raccolto ieri circa 5 mila chili di "arance della legalità".Promossa dall'Asaae a sostegno dell'imprenditore Carmelo Pappalardo,vittima del pizzo,quest'anno l'iniziativa ha richiamato l'attenzione anche di molti istituti scolastici di Messina.
Si è conclusa poco prima del tramonto,a Palagonia,la seconda raccolta di "arance della legalità",nell'agrumeto dell'imprenditore antiracket Carmelo Pappalardo.A prelevarli,con pazienza e tenacia,sono stati 550 volontari provenienti da diverse aree della Sicilia per aderire all'iniziativa "Arance pizzo-free" organizzata dall'Associazione antiracket antiusura etnea (Asaae) in collaborazione con la Prefettura di Catania.In tutto sono stati raccolti più di cinquemila chili di arance.
Si ripete anche quest'anno la raccolta delle Arance Pizzo-Free a Palagonia per dare sostegno al signor Carmelo Pappalardo, vittima di usura, estorsione e intimidazioni. Appuntamento sabato 28.