Questo lo scopo di un primo incontro tenutosi nell’aula «Azzurra» del
Polivalente, che ha visto la presenza di illustri esponenti della società civile ed
economica. A fare gli onori di casa il preside dell’istituto, Filippo Virzì, il geom.
Andrea Vecchio e Salvo Fabio, dell’associazione «Addio pizzo» di Catania.
Andrea Vecchio, titolare del Cosedil, impresa
edile con 250 dipendenti e oltre 20 milioni di
euro di fatturato, per aver detto no al pizzo -
ricordiamo - ha subìto tre attentati e una
pesante intimidazione.
«Volevano forse farmi stare zitto - ha
raccontato ai ragazzi - ma stanno zitti i
sordomuti, stanno zitti gli afoni. Le persone
che sanno parlare parlano e io parlo». E ha
ricordato loro il valore della cultura che, a
differenza dei valori materiali, non può essere né distrutto né danneggiato.
Vecchio è stato duro anche contro il bullismo: «E’ il prologo - ha detto - del più
pericoloso comportamento mafioso».
Salvo Fabio, di «Addio pizzo», ha parlato invece dei progetti della sua
associazione, del cosiddetto «consumo critico»: «Bisogna sensibilizzare i
consumatori a comprare solo nei negozi che risultano non aver pagato il
pizzo». Il pizzo è un vero e proprio «costo di impresa», che viene scaricato sui
prezzi diminuendo il potere d’acquisto della collettività: anche il semplice
consumatore si trova, quindi, a dovere pagare il pizzo».
Il comitato «Addio pizzo» di Catania nasce a giugno del 2006 dopo che alcuni
ragazzi del comitato di Palermo organizzarono un incontro nel capoluogo
etneo per raccontare la loro esperienza. L’incontro è stato coordinato dalle
docenti Montalto, Bonanno e Mazza.
Fonte: la Sicilia