Sono cinquanta e "pesano" come cinquecento. Sono i commercianti, gli esercenti e gli imprenditori "pizzo free", cioè che non pagano il pizzo e lo dichiarano pubblicamente, forti del supporto di oltre 4.000 cittadini catanesi che si sono impegnati moralmente a preferirli nelle proprie scelte di acquisto.
Cinquanta commercianti, a Catania e provincia, dicono no al pizzo. Un fatto che non era mai accaduto nel capoluogo etneo.
L'associazione Addiopizzo, in collaborazione con le forze dell'ordine e le associazioni Antiracket della provincia di Catania, ha reso pubblici i nomi dei cinquanta commercianti del comune etneo e di quelli limitrofi che fanno parte della lista di chi non si piega al racket delle estorsioni. Anche da noi ora si potrà scegliere di comprare "pizzo-free".
Cinquanta nomi e oltre 4200 firme per una rivoluzione partita dal basso e con un solo scopo: dimostrare che dire no al pizzo si può se lo si fa tutti insieme e senza paura. Ieri in prefettura a Catania è stata la festa della città e di Addiopizzo che, dopo quattro anni di lavoro, con orgoglio, ha presentato la lista dei commercianti pizzo free, degli imprenditori che dichiarano di non cedere ai ricatti degli estortori e che ci mettono la faccia.
Addiopizzo nasce nella città di Catania nel 2006, dopo l'esperienza di Addiopizzo Palermo. Le situazioni delle due città sono diverse: pur essendo entrambe vittime del fenomeno mafioso, Catania non ha mai vissuto in prima persona l'esperienza delle stragi che purtroppo, invece, hanno colpito Palermo. Ciò ha determinato forse una minore consapevolezza del problema mafioso nei cittadini catanesi, ma l'esperienza di Addiopizzo Catania è la prova del fatto che non tutti accettano di convivere con la mafia, ma la combattono partendo dalla base.
CATANIA - Il Coro di Notte della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania ha ospitato l'incontro organizzato dall'Associazione Addiopizzo di Catania sul tema "Estorsione, dal parcheggiatore abusivo al mafioso". Ospiti e relatori qualificati il Sostituto Procuratore della DDA di Catania Francesco Testa ed il presidente dell'Associazione Antiracket ed Antiusura Pedemontana Rocco Chinnici, Claudio Risicato.
Si è svolto alla presenza di poco più di una decina di studenti l'incontro organizzato da Addio Pizzo sul tema "Estorsione, dal parcheggiatore abusivo al mafioso". Si è discusso delle conseguenze positive concrete per il mercato e per i cittadini della lotta a pizzo e criminalità organizzata. Ma basta solo prospettare "un ritorno" personale per convincere i siciliani a cambiare mentalità?
È stata una mattina insolita per molti passanti Catanesi circondati da manifesti e striscioni dai toni forti: "Catania svegliati e non pagare!", "Catanese se hai le palle, al mafioso volta le spalle", "Basta dire che non cambia mai nulla, quello che leggi è cambiamento".
Bamboccioni per forza, per colpa della crisi? Chi l'ha detto? Ce ne sono di giovani che si danno da fare, addirittura anche contro la mafia. Lontani da proclami ideologici e senza voler dare lezioni a nessuno, giorno dopo giorno, investono le loro energie per mettere i bastoni tra le ruote alle cosche: a Catania,ad esempio, a metà giugno, una cinquantina di commercianti (gestori di pizzerie, bar, fruttivendoli, librai, professionisti, ma anche titolari di piccole imprese di trasporto, edili e alberghiere) faranno sapere pubblicamente, davanti a Procura, Questura e forze di polizia appositamente convocate, che hanno smesso di pagare il pizzo o che non intendono cominciare a farlo. Non era mai successo ai piedi dell'Etna: finora i pochi che si ribellavano al racket sceglievano, con comprensibile prudenza, l'anonimato.
"Dite ai vostri amici che la Sicilia non è terra di mafia,ma di gente pronta al riscatto". È l'appello di Claudio Risicato, coordinatore provinciale delle Associazioni Antiracket e Antiusura del sistema Confcommercio rivolto a quarantasei studenti del liceo scientifico Virgilio di Milano che ieri mattina hanno incontrato le associazioni antiracket del capoluogo etneo nell'ambito di un progetto sulla "legalità e diritti" iniziato quest'anno nella loro scuola.