Mercoledì, 27 Ottobre 2010 02:00

Nuovi referenti 'pizzo', 4 fermati a palermo

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Quattro persone accusate di essere inserite ai vertici dei clan mafiosi palermitani sono state fermate dai carabinieri del Comando provinciale e dalla Dia. Si tratta di personaggi affiliati ai 'mandamenti' di Resuttana, Tommaso Natale e Partanna Mondello, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni. I provvedimenti di fermo sono stati emessi d'urgenza dalla Dda per il pericolo di fuga degli indagati, di cui hanno parlato recenti collaboratori di giustizia.

L'indagine ha consentito di ricostruire i nuovi assetti delle cosche e i canali della persistente imposizione del 'pizzo' a commercianti e imprenditori. I fermati sono Sandro Di Fiore, 33 anni, Gioacchino Intravaia, detto "Sifilitico", 57 anni, Giovanni Sammarco, detto "Enzo", 51 anni, e Domenico Giordano, 54 anni.

Secondo la Procura, Di Fiore sarebbe stato un punto di riferimento nella raccolta del 'pizzo' allo Zen e nel mandamento di Resuttana ed avrebbe anche messo a disposizione dei locali per la custodia di armi e lo svolgimento di riunioni tra boss. Inoltre, in occasione delle festivita' pasquali e natalizie del 2008, in concorso anche con l'attuale collaboratore di giustizia Manuel Pasta, avrebbe costretto il titolare del bar pasticceria "Golden" di piazza Giovanni Paolo II a versare 1.500 euro per "mettersi a posto".

Anche Intravaia e Sammarco sarebbero stati punti di riferimento per la raccolta delle estorsioni e per il reinvestimento dei proventi in diverse attivita' economiche nel mandamento di Resuttana. Giordano sarebbe invece, secondo gli investigatori, il referente mafioso nella zona di Partanna Mondello e dello Zen ed avrebbe intrattenuto rapporti con diversi esponenti di Cosa nostra, come Giovanni Cusimano e Francesco Franzese, anch'egli, come Pasta, diventato collaboratore di giustizia al momento del suo arresto. Giordano si sarebbe anche occupato della contabilita' del 'pizzo' destinato al mantenimento in carcere degli affiliati detenuti. Tra gli episodi che gli vengono contestati, un'estorsione ai danni della societa' "Vivai Gitto Palermo" di via Castelforte, molto nota in citta'. Il titolare sarebbe stato costretto dal 2003 e fino al giugno di quest'anno a versare somme di denaro, che venivano consegnate agli esattori mafiosi in busta da un dipendente dell'azienda.

Fonte: Agi

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