Un lungo corteo si è mosso dal Giardino Bellini per raggiungere Palazzo Platamone. Nel Cortile, la lettura dei nomi delle vittime per voce dei ragazzi delle scuole ma anche dei familiari di Fava, Montana, Agosta e delle Autorità intervenute insieme al sindaco Bianco.
L’associazione Addiopizzo Catania, giorno 19.7.2013, alle ore 18.30, presso il cortile della Scuola Media Q. Majorana, in Via Cesare Beccaria, dedicherà un momento di ricordo e riflessione in memoria delle vittime della strage di Via D'Amelio insieme alle altre associazioni che lavorano sul territorio e insieme ai ragazzi della Casa Famiglia Papa Giovanni XXIII e dell'oratorio salesiano S. Francesco di Sales che leggeranno frasi e pensieri in ricordo del Giudice Paolo Borsellino e dei suoi angeli della scorta.
L'associazione Addiopizzo Catania esprime solidarietà ai ragazzi della cooperativa "Beppe Montana Libera Terra" per il vile gesto che ha visto l'incendio di sei ettari di terreno nei quali, ogni anno, vengono coltivate arance e olivedella legalità in un terreno confiscato al clan mafioso Riela.
Al sesto piano di via Grasso Finocchiaro n.112 , nel quartiere Picanello, ha dimora la prima sede di Addiopizzo e Libera Catania. In quello che fino a poco tempo fa era un appartamento frequentato da mafiosi, oggi campeggia ben visibile all'ingresso lo slogan: "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità", in cui si riconoscono tutti i commercianti, gli imprenditori e le persone oneste. Accanto, la bandiera di Libera "Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". A festeggiare la nuova sede insieme al presidente di Addiopizzo Catania, Salvatore Grosso, al rappresentante di Libera, Giuseppe Vinci, che ha portato i saluti di Dario Montana, e al coordinatore provinciale di Libera, Giuseppe Strazzulla, c'erano tutti i ragazzi che quotidianamente svolgono attività di volontariato per radicare sempre più i principi di legalità e giustizia. Al loro fianco i vertici delle Istituzioni cittadine, che nel corso degli anni sono sempre stati vicini al lavoro delle due associazioni: il Prefetto di Catania, Francesca Cannizzo, il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, il procuratore Capo della Repubblica, Giovanni Salvi e il Procuratore aggiunto Michelangelo Patanè.
A volere che l'appartamento venisse assegnato ad Addiopizzo Catania e Libera fu l'allora Prefetto di Catania Giovanni Finazzo, ed è con un sentito ringraziamento nei suoi confronti che Salvatore Grosso, presidente di Addiopizzo ha dato il via all'inaugurazione di questo bene confiscato alla mafia. «Sono fiero di rappresentare un gruppo di ragazzi che dedicano molto tempo, sottraendolo alla propria vita privata, per una causa comune, per attività di recupero sociale, di sensibilizzazione a una cultura della legalità e all'impegno contro la corruzione ha dichiarato Grosso -. Tuttavia, senza la fiducia e il supporto concreto delle Istituzioni non avremmo raggiunto questi traguardi. Per questo ringrazio la Prefettura, che già nel 2008 credette in questa associazione assegnandoci il bene confiscato e la Provincia di Catania, nella persona del suo presidente Giuseppe Castiglione, che ci ha donato un contributo di 20.000 euro, grazie al quale abbiamo ristrutturato e arredato la sede. Ma ringrazio anche anche Ivan Lo Bello per aver permesso la cancellazione dell'ipoteca che gravava su quell'appartamento e tutti coloro che si sono spesi per realizzare questo "avamposto della legalità", sperando che possa diventare un sano punto di riferimento per il quartiere ».Il rappresentante di Libera, Giuseppe Vinci, ha sottolineato quanto «il valore della memoria storica sia importante in un percorso di rinascita della nostra terra. Per questo l'appartamento è stato dedicato ad alcune tra le vittime della mafia che hanno dato tanto alla Sicilia, come il Commissario Beppe Montana, il vice questore Ninni Cassarà e l'agente Roberto Antiochia. Occorre inoltre - ha concluso Vinci - restituire il maltolto ai cittadini onesti e lavorare insieme in rete».«La Provincia lavora da un anno a questo progetto, ma lo ha realizzato in sordina e senza clamori, preferendo darne annuncio soltanto a cose fatte. Nonostante l'Ente non disponga di un capitolo apposito per questo tipo di attività - ha raccontato il presidente Castiglione - ho deciso di attingere al fondo di riserva per sostenere l'impegno di associazioni a cui tutti dobbiamo dire grazie e per realizzare in un quartiere, che per certi versi è a rischio, uno spazio civico di aggregazione e formazione. Oggi - ha concluso il presidente della Provincia - la gioia e i sorrisi di questi ragazzi hanno confermato di aver preso la scelta giusta».«La città onesta si riprende una rivincita», hanno dichiarato il procuratore capo Giovanni Salvi e il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè, che nel contempo hanno lanciato un messaggio forte:«i beni confiscati vengano resi operativi e possano essere patrimonio di tutta la città». Il Prefetto di Catania ha mostrato soddisfazione nel vedere "un bel connubio tra Istituzioni e società civile che hanno la stessa comunione d'intenti", constatando che "insieme si è più forti e più determinati".A conclusione dell'inaugurazione, sono stati offerti dolci e vino prodotto da Libera nelle campagne di Palermo confiscate e ad essa assegnate. Erano presenti anche il Questore di Catania, Antonino Cufalo, il Comandante provinciale dei Carabinieri, Giuseppe La Gala, e il Capitano Orazio Sanfilippo in rappresentanza del Comandante provinciale della Guardia di Finanza.
L'Associazione Addiopizzo Catania ha seguito con vivace interesse il botta e risposta tra il ministro dell'Interno Maroni e lo scrittore Saviano,che sembrerebbe essere sulla via della conclusione in seguito all'invito del ministro a "continuare tutti insieme la lotta alla criminalità" e a "deporre le armi".Siamo convinti che le parole abbiano una grande forza, specie se riescono a tradursi in fatti concreti.
Il Prefetto di Catania Giovanni Finazzo mercoledì scorso ha mantenuto la sua promessa e ha annunciato la consegna di uno dei beni confiscati alle associazioni antiracket. Addiopizzo, Libera e l'Asaec si troveranno a dividere un immobile situato in via Finocchiaro Grasso e che fu sequestrato al boss Francesco Sansone nel 2002.